Guest Posting: perché il “Come Lo Fai” conta più di tutto il resto


Questi sono giorni di news e aggiornamenti d’algoritmo in casa Google. I SEO lo sanno bene. Tutti stanno seguendo con attenzione le notizie che giungono direttamente da Matt Cutts: da Panda 20 a Penguin 3.

Nel mezzo, però, il capo del team Antispam di Google ha pubblicato un video che credo sia interesante non solo per i SEO. Se scrivete online, se fate i blogger e credete che il Guest Posting sia cosa buona e giusta, allora troverete utili queste indicazioni giunte da Cutts in persona. Il video, prima di tutto.

Guest Post, perché sì.

Ora, di ciò che il Guest Posting può portarvi di buono, ne hanno parlato in tanti.

Non è una novità. Gli effetti benefici sono molteplici.

  • Aiuta ad accrescere la propria web-reputation
  • Arricchisce chi ospita il blogger, poiché parliamo sempre di un contenuto originale e di qualità

I vantaggi sono evidenti. Dovreste proporvi, scrivere. Punto.

Il “come” conta. Tanto.

Che siate interessati al Guest Posting ci sta. Bene così. Ma come lo fate, conta forse più delle vostre buone intenzioni.

“Vedrete persone che scrivono, offrendo lo stesso post più volte su diversi blog”. Ecco svalutato un contenuto bello, ben fatto, di qualità. Eccolo trasformato nella componente di una catena della “low-quality”. È bastato un attimo: è bastato smetterla di pensare alla qualità, per concentrarsi solo ed esclusivamente sul numero di link da accrescere.

Senza contare, però, che chi genera qualità, chiama a sé link e attenzioni in maniera automatica. Naturale.

Morale della favola.

Scrivere un Guest Post è un ottimo modo per accrescere la propria reputazione e farsi conoscere sul web.

Come in tantissime altre cose, stiamo parlando di uno strumento a tua completa disposizione, che potrebbe garantirti vantaggi non indifferenti. Potrebbe, appunto. Ma tutto dipende dal “come”.

Puoi farlo come si deve. Puoi farlo da schifo. Non resta che scegliere.

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