Quando il copywriter incontra il web: perché hai paura del “nuovo”?


Quando il copywriter incontra il web: perché hai paura del “nuovo”?Qualche giorno fa mi sono divertita a creare la voce del WikiGT riferita al Copywriting.

Ci ho pensato un po’, ho riassunto in poche righe quello che sapevo e ho introdotto un punto che spiegasse la differenza tra copywriting classico e copywriting moderno, come piace chiamarlo a me e pochi altri.

Non esiste niente di “ufficiale” che sancisca le differenze tra questi due mondi, così ho pensato di farlo io e l’ispirazione è arrivata dopo decine di articoli e considerazioni scritte da classici copywriter, un po’ spaventati da questo nuovo ed enorme mondo che è internet.

Non sei più solo, fattene una ragione

Oggi esistono centinaia di professionisti che lavorano con la scrittura. Molti di questi hanno deciso di specializzarsi online e non risparmiano studi e approfondimenti nemmeno nella realtà classica. Nascere come Web Copywriter non significa non poter lavorare nello scenario più tradizionale, al contrario: vuol dire ampliare la propria visione “scribacchina” e analizzare nuove forme di scrittura applicate in contesti diversi.

Se tu sei nato scrivendo su carta, noi siamo nati scrivendo sul web e le due cose non si oppongono, sono complementari.

Mi pare ovvio che lo studio e la pratica devono essere il punto centrale di questo lavoro, indipendentemente dal mezzo utilizzato. Oggi tu, copywriter classico, non sei più solo, sei circondato da tantissime figure che, lavorando fianco a fianco, rendono la comunicazione un universo di strategie, storie e successi da raccontare e mettere in pratica.

Scrivere online presuppone qualità, abituati a pensarlo

Abituati alla concorrenza, prediligi la qualità, trova il giusto compromesso con la SEO
Fai attenzione alle regole del gioco e chiediti: la tua è paura del nuovo?

Uno degli strumenti più temuti dalle figure classiche è il blog. Lo dico per esperienza. Spesso, parlando con alcuni professionisti, mi viene fatta notare la difficoltà che essi hanno nell’impostare una strategia di contenuti e nel capire dove e come scrivere per attirare clienti o lettori.

Il web non è il loro pane e, forse, farà fatica a diventarlo, quindi cercano di escludere ciò che non conoscono a priori. Questo comportamento è deleterio: quello che non si conosce deve necessariamente essere studiato e analizzato, altrimenti si trarranno conclusioni sbagliate.

Una di queste è che la scrittura online sia uno strumento poco qualitativo. Se scrivi online, scrivi per Google, quindi scrivi in modo macchinoso, senza passione, infilando parole a casaccio per far contenti i motori di ricerca e dando sempre le stesse informazioni. Ecco una notizia per te: non è vero.

In ogni cosa troverai sempre una parte che ha più qualità e una che ne ha meno. Chi scrive pensando solo ai motori di ricerca e farcisce il testo di parole chiave inutili non è un professionista e questo dovresti capirlo da solo. Buttare nel cestino l’intero settore del Web Copywriting solo perché hai avuto qualche incontro sfortunato è un grave errore: pensa a chi guarda, in questi giorni, la pubblicità della carne Montana, cosa potrebbe pensare del copywriter classico? Che non è capace di unire creatività, fantasia e buon senso in uno spot di pochi secondi. Tutti i copywriter sono così?

No. Allo stesso modo, esistono diversi professionisti che lavorano su internet: alcuni di loro lo sono per davvero, altri si improvvisano, creando confusione nei pensieri di chi non conosce questo mondo.

SEO: vade retro, satana!

Benedetta (o maledetta?) SEO, quante deve sentirsene dire!

Partiamo dalla prima regola base: la SEO non è il male del mondo e non è il male dei contenuti. Quei trucchetti che dici tu, sì, quelli lì che servono a farcire i testi di nulla, non sono SEO, ma baggianate.

Nel mio lavoro è d’obbligo avere occhio per la SEO all’interno dei contenuti che realizzo. La parte più difficile e tecnica la lascio in mano ai professionisti, mentre scrivo penso prima ai lettori, poi aggiungo qualche chicca per i motori di ricerca. In questo modo i miei contenuti sono di qualità sia per chi legge, sia per l’azienda che, contattandomi, ha bisogno di trasformare il lettore in cliente. Qui è d’obbligo una nuova notizia per te: le aziende usano il web per guadagnare, sia in termini economici che di visibilità. Se non riesci ad attuare la conversione perché ti ostini a vedere la SEO come il male, allora non c’è soluzione: datti ai romanzi.

Al contrario, se vuoi provare a farti un’idea di come possano coesistere marketing, SEO e qualità, ho qualche buona lettura per te:

Prima di criticare qualcosa che non conosci, prova ad analizzarla. Scoprirai un mondo di nuove opportunità.

Anche il web ha i suoi strumenti

Contenuti di qualità e SEO sono due aspetti fondamentali per chi si occupa di scrittura online, ma non sono soli. Gli strumenti a disposizione di chi lavora su internet sono moltissimi e vanno utilizzati con cura e criterio (io direi anche buon senso, ma spero che sia un aspetto intrinseco di ognuno di noi).

Voglio sfatare alcuni miti che leggo troppo spesso in giro. Sì, oggi farò la paladina della giustizia:

  • Liste puntate? Bleah! – Se vedi le liste puntate (di nuovo) come ulteriore nemico della scrittura, forse stai sbagliando qualcosa. Come ci dice anche Luisa Carrada, sono un ottimo strumento per organizzare le idee e la lettura di un articolo e mettono ordine lì dove ci sarebbe solo confusione.
  • Marketing? No, preferisco la passione. – Tutti preferiamo (e mettiamo) passione quando scriviamo un contenuto, indipendentemente se si tratti di un blog personale o aziendale. La passione, però, deve essere utilizzata per dare al cliente ciò che vuole: conversioni. Ecco perché il marketing è così importante, è grazie a lui che puoi scrivere e trasformare un lettore in cliente. Per approfondire l’argomento ti suggerisco questo post sul content marketing.
  • Le infografice? Trucchi per chi non sa scrivere. – Realizzare (o pubblicare nel blog) un’infografica non significa voler fare contenuto senza scrivere una parola. È semplicemente uno strumento chiaro ed efficace per spiegare un concetto complesso. Un po’ come le liste puntate, solo che qui entra in gioco la grafica. Invece di demonizzarle, analizzale. Ecco un buon punto di partenza: Cosa sono le Infografiche e a cosa servono.
  • Le parole chiave? Sono per sfigati. – Anche qui ci ostiniamo a criticare ciò che non si conosce. Un testo ben scritto non ti farà pesare nessuna key, anzi, saranno i tuoi punti fermi. Prova a capire come funzionano: 13 strumenti per le parole chiave.

Per ogni strumento esistono due opzioni: usarlo bene o usarlo male. Se lo usi bene sei un professionista, se lo sui male non lo sei. Semplice.

Le regole del gioco valgono per tutti

Valgono anche per me, ovviamente.

Quello che hai letto è un articolo di qualità? Ti ha lasciato informazioni utili? Ha risposto ai dubbi per cui è stato creato? Io penso di sì e, guarda!, ho utilizzato ogni strumento che il web mi ha dato per poter unire qualità e strategia. Ti ho dato informazioni base, approfondimenti, ho suddiviso i punti in liste, ho adottato gli H2, ho inserito le key: insomma, non manca nulla.

Quando io lavoro (scrivendo contenuti su internet) lo faccio esattamente come te: unendo passione, creatività, conoscenza e competenze. Prima di generalizzare e correre in Chiesa a prendere l’acqua santa, pensaci: spesso è solo paura del “nuovo“.

Nota bene: nessun copywriter classico è stato maltrattato per scrivere questo articolo.

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