5 Validi Motivi per Raccontare una Storia (e non fare una Lista)


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5 Validi Motivi per Raccontare una Storia. Un post che v’invita a raccontare storie, col titolo di una lista. Bella contraddizione. Eppure, sì, una lista è la cosa migliore, oggi, per convincervi a raccontare delle storie.

La forza dello Storytelling è stata tirata in ballo più e più volte, con forza, durante l’ultimo anno. Come se la necessità di contenuti di qualità avesse sovrastato le faccende brevi, buone solo per la SEO. Intesa come mera creazione di contenuti ad hoc, sia chiaro. Piuttosto, strumenti come Storify e la rivalutazione, in generale, dei lunghi post tra le grandi testate giornalistiche online raccontata hanno ricreato una forte attenzione attorno alle storie.

Storie lunghe, appunto. Torno a citare – lo avevo già fatto parlando di tempi di lettura su post brevi e lunghi – Doree Shafrir di BuzzFeed. Che nel corso del Festival Internazionale del Giornalismo, ad Aprile, parlava così dello Storytelling:

Su BuzzFeed abbiamo deciso di puntare anche sulle long-stories: lo facciamo una volta alla settimana […] E stiamo avendo un ottimo riscontro in termini di tempi di lettura.

Storytelling vs. List Post

In realtà, poi, non è detto che si debba parlare di sfida tra storie e liste. Possono benissimo convivere. Ho trovato interessante, a tale proposito, una intervista pubblicata su CopybloggerLoren Feldman, editor del New York Times.

Penso che gli articoli fatti di liste siano spesso esagerati e con una credibilità limitata. Non sono sicuro che siano davvero efficaci. Credo sia molto più prezioso pubblicare un caso di studio o una storia su un argomento, che permetta al lettore di capire il pensiero di chi scrive, cosa funziona e cosa non va.

Dunque, eliminare le liste?

No, è un approccio che va aldilà del formato del post: avvicinarsi a un tema come fosse un caso di studio, un racconto. Ecco il problema, ecco cosa abbiamo fatto, ecco cosa ha funzionato e cosa no.

Perché, allora, i List Post sono preferiti allo Storytelling?

Siamo tutti in cerca di risposte. È molto forte la tentazione di cliccare. Lo faccio anch’io, ma non sono sempre contento di averlo fatto.

Storytelling: 5 Validi Motivi

Viaggio

Italo Calvino scrive così nelle sue “Lezioni Americane“:

La nostra scrittura non contiene solo dati, informazioni, notizie ed idee, ma diventa un’interfaccia sottile tra il lettore e altri mondi di parole, un invito al viaggio di cui non si conosce mai la destinazione.

Probabilmente le storie sono la celebrazione vera e propria, reale, del contenuto. Lo rendono, come in nessun altra occasione, rilevante e centrale.

Le storie, allora, sanno informare. Ma anche emozionare e generare reazioni. Il Web, poi, coi suoi strumenti apre a possibilità infinite. Storify e tool simili lo hanno capito: il racconto correlato da immagini, video, tweet genera coinvolgimento. Engagement, per dirla in stile moderno.

1. Analisi

Le storie portano dentro un punto di vista, una sfaccettatura propria dell’autore

2. Coinvolgimento

Il punto di vista dell’autore genera, a reazione, l’opinione di chi legge

3. Emozione

Il lettore si sente chiamato in causa, si immedesima. Sul Web, poi, può partecipare con enorme facilità. “Social Network says”.

4. Scoperta

Un passaggio dopo l’altro, la storia giunge alla fine. Il lettore non ha tutto e subito. Riceve le informazioni passo dopo passo.

5. Risposte

Dicendo perché sì, perché no, cosa va e cosa non va, le storie forniscono al lettore le risposte. Aggiungendoci la componente emozionale.

Non è un articolo contro le liste. È un articolo a favore delle storie. In stile moderno: a favore dello Storytelling.

Voi in quale caso prediligete le storie e in quali le liste? Credete vi sia un formato più efficace?

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