Sul tempo di lettura e sul grado di coinvolgimento del lettore


bendatoQuando un lettore approda su un articolo, molto raramente arriva alla fine della pagina. È una ricerca di Chartbeat, che si è soffermata sui tempi di lettura e, più precisamente, sul grado di coinvolgimento del lettore negli articoli.

È un elemento, questo, con cui dovrete fare i conti se scrivete sul Web. Sulla base di partenza dei lettori, pochi decidono di “scrollare” e proseguire la lettura. Perché non interessati. O perché semplicemente pigri. Anche se poi, davanti a un buon titolo, condividono: se qualcuno pubblica sui social i vostri articoli, non necessariamente li ha letti. Anzi, è probabile che non lo abbia fatto. È probabile, piuttosto, che abbia dato un’occhiata veloce. Titolo, poche parole, niente scroll e tweet.

Questi, per cominciare, sono i dati che riguardano lo scroll sull’articolo. In media.

Lettura-1

Ne vengono fuori considerazioni interessanti. E consigli utili.

Ad esempio, dovreste considerare sempre – o spesso, almeno – di includere nei vostri scritti delle immagini, dei video e del materiale che possa, in qualche modo, spezzare la lettura. Renderla piacevole. Più ricca. Anche se poi sapete, video e foto a parte, che non sono molti gli utenti che giungeranno alla fine dei vostri post. Qualcuno darà un’occhiata alle prime righe, qualcun altro arriverà a metà. Pochi lo finiranno. E saranno meno, con ogni probabilità, di quanti lo condivideranno invece sui social network.

A questo proposito, Chartbeat ha effettuato un’altra rilevazione, riguardante il rapporto tra profondità di lettura e condivisione sui social.

Condivisioni-Post

Attorno allo zero accade il grosso della faccenda. Ovvero: non ti leggo, ma ti condivido. Bravo, bel titolo.

Un’altra statistica si aggiunge a quelle viste sino ad ora. Partiamo da un articolo, la cui lunghezza media, sul Web, è di 2mila pixel. E scopriremo, sempre grazie a Chartbeat, che non più del 25% dei lettori arriva a quota 1600.

A dirci che, tuttavia, le cose possono essere diverse, questo grafico. In cui la linea è il limite, dopo il quale è necessario scrollare. Dopo il limite si crea l’engagement. Il coinvolgimento dell’utente. Che commenta, guarda un video e dice la sua. Per le condivisioni, invece, potete lavorare diversamente: un buon titolo e niente lettura. Non che questa strada sia entusiasmante, a dirla tutta.

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Pensateci, però. Quante volte leggete per intero ciò che condividete? Articoli, intendo. Post e contenuti da blog e giornali. Quante volte li avete letti per intero? Forse è vero quello che scritto su Slate, in questo articolo: viviamo nell’era della scrematura. Vorremmo leggere tutto, davvero. Ma abbiamo sempre qualcos’altro, di nuovo e più aggiornato, da (far finta di) leggere, da condividere.

Scrivi per i Social o scrivi per i Lettori?

Che potrà sembrare una provocazione. Ma è, di fatto, una scelta vera e propria: per chi state scrivendo? Per una, due o trecento condivisioni? Oppure per uno, forse due, forse tre lettori che arriveranno fino in fondo?

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