I Comunicati Stampa (quelli veri) sono Vivi e Vegeti


Carte

Di recente s’è fatto un gran parlare dei comunicati stampa. Di come Google li veda. Di come non li stimi particolarmente. E di come i comunicatori, del Web o no, debbano adeguarsi.

La storia – a mio avviso – è sempre quella: di che comunicati stampa stiamo parlando? Perché pare, oggigiorno, che tutti abbiano qualcosa da dire. Anche quando non serve. E che i comunicati stampa siano divenuti testi, copiati e incollati su siti web di dubbio valore, oppure inviati a centinaia e centinaia di indirizzi e-mail, sperando in qualche (improbabile) pubblicazione.

Per chiarezza: quelli non sono comunicati stampa. E col ruolo che giocano i comunicati stampa nella comunicazione, non c’entrano nulla.

Il comunicato stampa è un testo con cui aziende e istituzioni informano giornalisti ed esperti di settore su novità e notizie.

Oltre ai preziosi consigli – ben elencati da Beatrice Niciarelli in questo articolo – su titoli, lunghezza e correttezza linguistica, è bene chiarire cosa NON È un comunicato stampa.

Non è SEO

È un testo finalizzato a informare. Deve farlo in poche righe. Deve fornire un input al giornalista\blogger. Non è un testo che vi posiziona, vi renderà famosi, vi farà scalare posizioni o vendere prodotti.

Deve informare: al centro c’è la notizia, la notizia e solo la notizia. Fatelo semplice, chiaro e in italiano. “O famo strano” qui non funziona, non calza. La lingua di Google tenetela in serbo per il Web Writing. I siti per la pubblicazione gratuita non fanno parte del reale scopo di un comunicato stampa. Poco ma sicuro.

Lasciate stare link building e keywords forzate. È la notizia che conta.

Non è pubblicitario

Chi (forse) vi pubblicherà, non ha alcuna intenzione di sentirsi dire che siete bravi, belli e che il vostro prodotto è il migliore. Ancora: la notizia prima di tutto. E null’altro.

Se ci tenete in maniera particolare a far sapere chi siete e cosa fate, perché non preparare un Press Kit sempre disponibile sul sito web della vostra azienda, del vostro evento? Potrete, quello sì, linkarlo nel testo – magari alla fine, slegato dalla notizia – e dare la possibilità al giornalista/blogger di farsi un’idea su quella che è la vostra attività.

Non è esaustivo

Esatto. Non dovete dire tutto. Il comunicato stampa non è fatto per essere copiato e incollato. È un consiglio, questo, utile in modo particolare quando sapete a chi lo state inviando e siete certi che, in qualche modo, susciterete interesse: potete allora permettervi di dare la notizia e creare attesa. Tempi di lancio, eventuali novità.

Fatevi attendere, ma con astuzia. Completi, non esaustivi.

Non è automatismo

“Scritto, inviato, fatto”. No. No. No. Non funziona così.

Un buon comunicato stampa senza un buon addetto stampa, è lettera morta. Il lavoro umano è probabilmente importante quanto una corretta redazione del testo stesso. Lavorate coi blogger e non coi giornalisti? Ok, usate Twitter (e non il telefono) per interagire coi blogger che volete attirare. Fatelo spesso e in maniera intelligente – non pubblicitaria -, non ricordatevi di loro solo nel momento in cui avete qualcosa da pubblicare. Perché loro non si ricorderanno di voi.

Il concetto è: inviare un testo senza conoscerne i destinatari, ha poco senso. Quasi nullo.

Non dimenticate i contatti, nella e-mail o nell’intestazione del testo stesso. Chi è interessato, vi ricontatterà e deve sapere come farlo. Subito.

Non è copia-incolla

Si diceva sopra: inviare un testo senza conoscerne i destinatari, ha poco senso. Perché una pubblicazione, è lavoro di contatto. E non potete sperare di fare un testo per 100 testate/blog, uguale per tutti. Riccardo Esposito ve lo dice in questo articolo. Ognuno avrà un taglio diverso e ad ognuno potrebbe interessare, quindi, una sfaccettatura diversa della vostra notizia: pensate a un testo differente. Oppure, con quel famoso lavoro di contatto personale, fate seguire un invito “su misura” al giornalista/blogger e non sperate che il testo venga ripreso da tutti allo stesso modo.

Perché dovrei pubblicarvi, se so che quella notizia è giunta sulla e-mail di altri 100 come me? Voglio un’esclusiva, qualcosa di veramente interessante per i miei lettori. Ed è compito vostro fornirmela.

Personalizzare non è perdere tempo. È dare un aiuto a chi vi pubblica, è dare una spinta al vostro prodotto. Se non volete impiegare tempo, lasciate perdere del tutto.

Il punto sta nell’aver voluto, in modo forzato, suddividere i comunicati stampa in due fasce: quelli per la link building e\o pubblicitari (falsi) e quelli per comunicare (reali). I primi non esistono. Gli altri sì. E sono quelli che contano.

Non credete?

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