Precisiamo subito: questo non è un articolo polemica, ma un pezzo che darà suggerimenti e consigli per chi lavora come copywriter e si confronta ogni giorno con la lingua italiana.
Indipendentemente dalla specializzazione intrapresa (web copywriting, copywriting classico ma anche semplice lavoro di editoria offline) è bene ricordarsi che c’è un unico filone che lega chi lavora con le parole: la grammatica. In questo caso, la grammatica italiana. Ricorda: nessuno è immune agli errori, può capitare una distrazione, specialmente quando si lavora sotto pressione e la stanchezza inizia a farsi sentire. Ma un errore/refuso è una cosa, una serie di errori a catena sono tutt’altra.
La nostra lingua è complessa, sono molte le regole che bisognerebbe sapere per poter scrivere alla perfezione e molto spesso è solo la pratica a far diventare un’eccezione una vera e propria abitudine. Un esempio? quanti di voi solitamente scrivono E’ al posto di È ? e quanti di voi sanno quale delle due forme è quella giusta? Spesso è solo facendolo notare che si può arrivare al cuore dell’errore: non mi nascondo dietro a un dito, io sono la prima che (forse per pigrizia oppure semplice distrazione) ha scritto per anni utilizzando la forma E’, fino a quando mi è stato fatto notare l’errore. Da quel momento non c’è testo in cui non usi la forma corretta, cioè È, per la gioia di tutti i miei lettori!
Da questo primo esempio voglio trarre il primo suggerimento: devi custodire i consigli che ti vengono dati e gli errori che ti vengono fatti notare come fossero oro prezioso. Non prendere il consiglio come una critica, ma al contrario, fallo tuo e non ti capiterà più di commettere lo stesso errore!
La grammatica italiana non è solo questione di accenti o apostrofi, ma è anche vero che gli errori più comuni sono legati a questi aspetti linguistici. Andiamo di nuovo per alzata di mano: quanti sanno che perchè si scrive perché? Fino a che nessuno te lo fa notare, continuerai a scrivere in un certo modo piuttosto che un altro. È normale. Proprio da questo punto voglio trarre il secondo suggerimento: impara a modificare il tuo modo di scrivere, fai sì che diventi naturale scrivere seguendo le regole, senza pensare che possa costarti del tempo in più. È sempre e comunque tempo speso bene!
I verbi. Sono alla base della nostra lingua, ma spesso traggono in confusione. Facciamo di nuovo un esempio: noi sognamo o noi sogniamo? Già nello scriverli, la piattaforma di WordPress segnala il verbo errato, quindi non dovremmo avere scuse nello scegliere quello giusto. Eppure, molto spesso le i vengono tolte o inserite dove non è necessario. Un altro esempio, questa volta senza verbo: sufficiente o sufficente? sapresti rispondere? Può sembrare scontato, ma ti assicuro che ho letto molti testi con evidenti errori di questo tipo. Per non trarre in inganno, ti dico subito che le forme corrette sono noi sogniamo e sufficiente. Ecco quindi il terzo suggerimento: se non sei sicuro di come scrivere una parola o un verbo, se non sai se e dove inserire la famosa i, prima controlla, eviterai figure meschine con i tuoi clienti. Controllare prima di inviare!
E la punteggiatura? Anche questo aspetto linguistico ha le sue regole. Quella fondamentale recita così: dopo qualsiasi segno di punteggiatura è necessario inserire uno spazio. Non scrivere tutte le parole appiccicate, come vedo di solito: è brutto visivamente e non è corretto grammaticalmente. Unica eccezione sono le parentesi e le virgolette, che vanno aggiunte senza spazio con quello che contengono. Un esempio? Si scrive Ieri (durante la cena) ho mangiato carne e non Ieri ( durante la cena ) ho mangiato carne. Lo sapevi?
Quarto suggerimento: lascia uno spazio per rileggere sempre ciò che hai scritto. Non dopo cinque minuti, nemmeno dopo dieci. Concediti almeno una pausa di diverse ore prima di rileggere il tuo lavoro con occhi diversi, eviterai molti errori!
Un posto particolare meritano le maiuscole. Siamo fin troppo abituati a leggere nomi propri in lettere minuscole (molti telegiornali continuano su questa via). È necessario interrogarsi sempre quando si scrive di un determinato prodotto e/o azienda: i nomi propri di persona vogliono la maiuscola, i nomi di aziende o prodotti a volte sono scritti in un modo particolare, quindi osserva prima la forma corretta dalle fonti sicure che possiedi e scrivi il nome esattamente con le stesse modalità. Consiglio numero cinque: scrivi su un foglio diverso tutte le sigle e i nomi che interessano il lavoro che stai svolgendo e riporta per ognuno i nomi corretti, così eviterai brutte figure!
Cinque buoni consigli che possono salvarti la vita lavorativa! Potrei elencarne molti altri, ma lascio a te la scelta: quali altri suggerimenti ti senti di dare?
Se fossero questi gli errori peggiori che si commettono ci sarebbe da esultare per giorni e giorni! 😀
Questi mi sembrano errori quasi da matita rosa.
Condivido pienamente il fatto di lasciare passare del tempo prima di rileggersi, altrimenti si può leggere e rileggere senza riuscire a vedere l’errore.
Ciao Roberto,
per me non esistono errori da matita rosa, son tutti da matita rossa.
Credo che sbagliare commettendo gli errori proposti in questo articolo sia grave per chi vive scrivendo.
Comunque, la mia non vuole essere una lista di errori, ma uno spunto da alcuni di essi per avere qualche consiglio 🙂
Beatrice
@Beatrice,
non mi trovi tanto d’accordo. Ci sono errori gravi ed errori molto meno gravi, mettere tutto sullo stesso piano significa quasi imbalsamare la lingua che, come dice lo stesso presidente dell’Accademia della Crusca, è una cosa viva.
Anche le regole si sovrascrivono e sono le persone ad usare la lingua, non il contrario. Se in pochi, oggi, usano ancora il congiuntivo è relativamente inutile immolarsi in una crociata per il suo mantenimento.
Certo, chi scrive per professione dovrebbe rispettare le regole ma dipende anche a che pubblico ci si rivolge.
Ciao Roberto,
premettendo che qui si parla di persone che lavorano con la scrittura, direi che non ci si può permettere nessun tipo di errore. Ovviamente, parlo di lavori che “parlano” e comunicano proprio attraverso il linguaggio scritto.
Come già scritto, un refuso o una distrazione non uccidono nessuno, ma presentare un lavoro utilizzando tempi verbali errati o parole sbagliate come “sufficente” è assolutamente un errore grave. Se perdonassimo tutto e tutti, dimostreremmo veramente poco rispetto verso quella che è la nostra lingua madre 😉
Beatrice
Articolo da sottoscrivere in pieno. Troppe volte la lingua italiana sul web viene massacrata….
Ciao SuperPremio,
assolutamente d’accordo con te 🙂
Beatrice
Concordo su molte cose e sono anche io uno tra i “pignoli” della scrittura.
Una sola notazione, se mi permetti.
Il problema della E’ è dovuto, secondo me, al fatto che moltissimi utenti non sanno come scrivere da tastiera la È.
Ve lo dico io: Alt+0200 🙂
Saluti,
Pietro
Ciao Pietro,
ottimo suggerimento far sapere come si scrive È, speriamo sia utile da ora in poi! 🙂
Beatrice
Consigli utilissimi i tuoi, complimenti!
Tra questi aggiungerei il “consiglio numero sei”: oltre alla revisione su video, stampa sempre una bozza di quello che hai scritto. Spesso leggere su carta aiuta ad individuare meglio di errori (anche senza il supporto del correttore automatico del programma di scrittura).
Buon lavoro
Antonio
Ciao Antonio,
bel consiglio, anche se dovrei sprecare troppa carta, visti i numerosi pezzi che scrivo ogni giorno!
Rimane comunque un ottimo suggerimento!
Beatrice
Molto interessante per le scritture che devono dare un’immaggine importante.
Ciao Mario!
Mi raccomando, immagine con una sola G 😉
Beatrice
Grazie.
ma ” E’ ” non è un errore di gramamtica, è un’approssimazione causata dalla tastiera, non capisco davvero ils enso del post.
l’uso differente di “é” ed “è” ad esempio sarebbe stato IT.
Ciao Alessandro,
scrivere E’ è un vero e proprio errore, la tastiera non c’entra nulla 🙂
Si tratta della differenza tra accento grave e apostrofo!
Non capisci il senso del post?
Spiegami pure dove!
Beatrice
scusa i toni, risposta frettolosa e mal scritta (appunto), maledetta fretta. intendevo cmq comunicare il concetto di Pietro Coletta, sono ingenuo io a non riuscire a credere che esista chi sinceramente acrede che “e maiuscolo” come congiunzione sia elisione di qualcosa? va bene ignorare ma qui si crea di sana pianta 🙂
non credo ci sia qualcuno che scrivendo a mano usi “E’ ” (nb lo spazio tra apostrofo e vigoletta è sempre per necessità di scrittura a pc) sarebbe un errore “immotivato”.
invece, pochissimi sanno che è possibile inserire ditettamente i codici ascii con qualunque sistema operativo.
quanto al senso del post… ehm… ne ha eccome… è che non l’avevo letto tutto -.-‘
Ottimi suggerimenti.
Aggiungerei:
1) documentarsi circa la differenza tra elisione e troncamento: “qual è” è corretto, mentre “qual’è” è un errore.
2) evitare espressioni o parole di cui non si conosce il significato e/o la corretta scrittura. Nel blog http://decimo-mercalli.blogspot.it espressi il mio disappunto nel leggere frasi quali “DIPANARE l’alone di mistero” e “la ALIBELLULA è in pericolo di estinzione”. Potrei continuare con “sono molto AFFERRATO in materia”, o “mia nonna ha l’alluce VAGO”… tutte espressioni errate che in internet hanno trovato un fertile terreno.
Un’ultima osservazione: credo che una sfida difficile per chi scrive sia evitare i dialettismi e le espressioni gergali. A meno che non si voglia regionalizzare uno scritto, la lingua italiana deve essere scevra da termini dialettali.
ciao
Per scrivere bene bisogna anche leggere tanto, aiuta moltissimo ricordare frasi e costruzioni verbali già usate dai maestri della lingua.
Scrivere è lavorare con le mani e fare artigianato di pensieri, se le persone usano sempre gli stessi vocaboli sta a chi scrive incrementare il proprio bagaglio di lemmi per accrescere il potere esplicativo ed evocativo della parola.
L’italiano è una lingua meravigliosa perchè nata dagli influssi latini e greci, aver studiato al classico infatti arricchisce in maniera esponenziale la capacità di comprensione delle parole, del loro significato, della loro provenienza.
Ricercare la parola adatta al contesto è per chi scrive vanto e picca, niente è più bello della sfumatura di una parola ricercata.
Se usiamo con cura la lingua anche i pensieri che verghiamo sui nostri wordpress diventano rilevanti, non per il seo, ma sopratutto per chi ci legge.
Continuiamo a combattere per l’uso del congiuntivo, applichiamo la consecutio temporum, sfogliamo il Devoto Oli (NON SEMPRE WIKIPEDIA), difendiamo la purezza di quello che stiamo esprimendo sforzandoci di usare anche parole desuete per apportare al significato la ricchezza della complessità comunicativa che la lingua italiana ci offre.
Continuiamo a difendere la nostra identità culturale nel marasma comunicativo imposto dall’inglese del web.
Festeggiamo con le parole e il loro corretto uso la bellezza di essere italiani.
Cara Beatrice,
ti dirò la verità .
Gli errori che tu hai elencato sono giusti (a parte sognamo che si può scrivere in tutti e due i modi, derivando dalla lingua latina).
Per quanto riguarda gli accenti, non sono propriamente errori di grammatica… quanto di ortografia.
Non sono gravi. Io li faccio di continuo, perchè mi scoccia scrivere con i simboli (che blogger non ti fa nemmeno scegliere).
Altra cosa sono anacoluti, refusi, congiuntivi, condizionali, frasi subordinate, periodi paratattici.
Questi, almeno a mio parere, sono gli errori più comuni.
Baci.
Finisco con il dire che lo stesso Manzoni usava anacoluti e forme errate come “A me mi”.
Ovviamente non era l’unico.
Mi trovo pienamente d’accordo con Roberto sul fatto che scrivere sul web o per professione non fa di te Dante Alighieri.
Vi rimando al mio articolo su “A me mi”, in cui un grande linguista parla di “grammatica affettiva” come una materia da insegnare nelle scuole.
http://copyimput.blogspot.it/2012/05/me-mi-piace.html
C’è errore ed errore.
Non solo dipende da cosa scrivi, ma anche per cosa scrivi, per chi e a chi ti rivolgi.
Detto questo, ci sarebbe poi da affrontare tutto il discorso sui diversi stili (nel web inesistenti) … e qui vorrei vedere quanti di noi sono capaci di “registrarsi” bene.
Ringrazio per il consiglio sull’uso tastiera. Vedrò di registrarmi almeno sulla tecnologia.
😉
Visto che ci sono, mi permetto di dire che le frasi non si dovrebbero mai cominciare con congiunzioni avversative (ma, però, forse) e non (e, anche ecc.). La congiunzione nasce per congiungere due frasi coordinate o subordinate.
Faccio questo esempio per far capire la differenza tra “scrittura web” e “scrittura corretta”.
Scrivendo su internet o per il mercato in generale, queste congiunzioni si usano spesso ad inizio frase (lo faccio io stessa) perchè sono d’effetto.
Eppure, ahimè, ad essere pignoli sarebbe un errore.
Ne butto veloci altri due:
Articolo indeterminativo “un” seguito dall’apostrofo, quando trattasi di forma troncata.
Verbo fare alla terza persona con l’accento (o apostrofo che dir si voglia).
Parentesi fuori luogo e usate male.
Avverbi di cui non si conosce il significato.
Tutte cose non strettamente necessarie (se non alcune tipo un e fa) per saper scrivere un buon articolo on-line.
Il resto è roba di Crusca, Manzoni, Dante e Camilleri (forse); perchè anche Fabio Volo e Faletti non sono il massimo.
Ora esco sul serio.
E’ stato un piacere.
A inizio frase andrebbero evitati anche gli avverbi di modo e di tempo continuato.
Guarda un pò se si diventa pignoli che succede…
W il web.
Oltre alle già citate congiunzioni: e, ma, però, anche, se, forse ecc ecc ecc.
Vero che anche sul Web si deve scrivere in modo decente (perchè bene a casa mia è un’altra cosa), ma altrettanto vero che il web ha creato una miriade di falsi professorini e scrittorini.
E (sbagliato, vedi?) se poi gli chiedi di scrivere un’opera biografica, che sia anche un poco narrativa?
Ridimensionamoci un pochino, anche se è giusto far notare gli “straflacioni”.
Ciao Roberta!
Chiariamo subito una cosa: come scritto a inizio post, questa non è una lista di errori, ma esempi sparsi presi per dare consigli su come evitare di farne!
La mia non è pignoleria, ma se vogliamo metterla ti dirò anche che il MA a inizio frase è di regola usarlo come rafforzativo.
L’ortografia è parte della grammatica, l’insieme della grammatica ha regole base che prendono tutto il settore. Quando si scrive per lavoro e si consegna a un cliente NON devono essere presenti errori, non devono esserci accenti, apostrofi o verbi sbagliati. Mai. È semplicemente giusto, come è giusto che chi ripara motori si ricordi di mettere tutto al suo posto, senza errori 🙂
Beatrice
Ciao Beatrice,
grazie per l’articolo interessante, che mi trova concorde in tutto.
Come suggerimento per trovare gli errori commessi, oltre a rileggere a distanza di ore o di un giorno il proprio testo, potrei suggerire anche questo:
ho notato che quando invio a un collega un mio testo per sentire una sua opinione, rileggendolo all’interno della email inviata, quindi in uno spazio non modificabile, la mia attenzione è decisamente più elevata, e trovo errori che prima, nel mio file Evernote, così ben modificabile, non ero riuscita a cogliere.
È come se, sapendo che “ormai l’ho inviato e lo sto leggendo in uno spazio in cui non posso intervenire”, fossi molto più attenta, perché maggiormente preoccupata di aver presentato al collega un testo con errori.
Per quanto riguarda altri Orrori comuni, trovo spesso scritto “aldilà ” (inteso come “oltre a questo”, “nonostante questo”) tutto attaccato, anziché “al di là ”.
L’aldilà tutto attaccato è il mondo degli spiriti 😉
Mi fa piacere che si parli di questi argomenti, e la mia scuola di pensiero è che chi lavora con le parole ha il dovere di usarle correttamente, sia a livello di grammatica che di ortografia, semantica, ecc…
La lingua è viva, e credo che un modo per utilizzarla nella sua forma vitale, sia scrivere in modo fresco, creativo, stimolante, diretto… Ma questo non significa utilizzare tempi verbali sbagliati! Io sono per la salvaguardia del congiuntivo 🙂
Un saluto a tutti, è bellissimo trovare persone che parlano con passione di scrittura. Complimenti!
Mi risulta che ortografia e grammatica non siano proprio la stessa cosa… e che gli eventuali errori hanno quindi un peso diverso.
Per quanto riguarda il “ma” resta sempre una congiunzione avversativa, magari usata in senso rafforzativo; il problema è che in questo senso non viene usata mai.
Insisto che ci sono errori ed errori; alcuni dei quali sul web si possono anche concedere.
Questo è il mio pensiero e lo resterà sempre.
Ciao.
Sulla pignoleria sono d’accordo con te: meglio non esserlo.
Ecco perchè avrei evitato di parlare di accenti… ma mi sarei concentrata piuttosto sugli STRAFALCIONI più comuni (che di vero errore hanno ben poco).
Miraccomando: sognamo si scrive in entrambi i modi ed evitiamo di buttare ad inizio frase quello che ho citato più sopra (insisto che sarebbe meglio non farlo, anche perchè il senso rafforzativo dovrebbe sempre avere un senso)
Chiudo, buttano là un altro errore MOLTO più comune e grave dell’accento girato in qua o in là : qual è con l’apostrofo.
Per quel che riguarda il tuo posto ho capito che non voleva essere un elenco di errori… ma mi sono fermata al titolo per capire l’argomento.
Indi, dato che bisogna fare attenzione alla grammatica, sarebbe meglio mettere in evidenza QUALE grammatica e lasciare l’ortografia in ultimo per dar spazio alle BOIATE vere e grossolane.
Come giustamente dici tu: le critiche vanno accettate…
(nel mio caso le chiamerei piuttosto consigli, suona meglio).
fermo restando che ognuno rimane del suo pensiero.
Ciao Roberta!
Ti chiederei come prima cosa un piccolo favore: se riuscissi a scrivere tutto ciò che devi in un solo commento sarebbe l’ideale, così potrei risponderti più facilmente e avere tutti i tuoi concetti in un unico posto, senza trovarmene poi altri sparsi 😉
Detto questo, credo che non si sia ben compreso il senso del mio post e me ne assumo piena responsabilità .
Io non ho scritto un post sugli errori da evitare, su quelli gravi, quelli meno gravi e via dicendo. Se si vuole commentare un articolo non ci si può fermare alla sola lettura del titolo, come dici di aver fatto. Quando mai accade? Per commentare è necessario leggere cosa viene espressamente detto nel post e io inizio dicendo chiaramente che non è un pezzo polemico ma, al contrario, un pezzo che offre qualche buon consiglio NON su come si scrive una frase ma su come EVITARE di inviare un testo con dieci frasi errate, passate inosservate.
Detto questo, ho chiaramente scritto che i miei consigli sono rivolti a chi scrive per LAVORO, quindi a chi consegna un testo al proprio CLIENTE e viene pagato per questo. Non ho menzionato la scrittura privata di tutti i giorni, i post personali nei propri blog e via dicendo, ho parlato espressamente di LAVORO, anche se io cerco di scrivere evitando qualsiasi errore anche nel privato.
Questa premessa per dire che non ho intenzione di scatenare una guerra dei consigli, non è il mio obiettivo. Potrei dirti che sogniamo si DEVE scrivere così perché la lingua italiana riconosce -iamo come desinenza verbale (e non -amo), ma che senso ha? Nessuno, data la natura del mio post.
Non voglio far passare, però, un messaggio che ritengo fondamentale: gli errori sono errori, lavorare consapevoli di averne fatti è ingiusto verso chi paga per avere un certo tipo di servizio.
Con questo chiudo qui, ho giusto un paio di testi da consegnare al cliente 😉
Un buon week end e a presto!
Beatrice
Scusa se mi è volata qualche lettera mancante qua e là , ma sto scrivendo molto in fretta (meglio chiarirlo, visto l’argomento di questo post).
Ciao Beatrice.
🙂
Beatrice, la lingua italiana non riconosce nulla.
Deriva dal latino ed è una sola e le regole sono regole.
Io parto sempre con il farmi una domanda: si può scrivere o no?
Se la risposta è si e no, così è e punto.
A parte questo, è ovvio che io il tuo articolo l’ho letto tutto.
Per questo non ho trovato al suo interno ciò che mi aspettavo rispetto al titolo.
Al di là della polemica, secondo me scrivere bene è un’altra cosa e ci sono anche vari livelli di scrittura professionale (che nulla hanno a che fare con testi privati, post o blog).
La scrittura, come la lingua, è una sola.
Gli errori sono sempre errori, in qualsiasi modo tu scriva ed indipendemente dal motivo.
Se credi di essere un professionita NON VANNO FATTI.
Le critiche vanno accettate ed anche i consigli/commenti.
La punteggiatura va corretta, quando è sbagliata.
La polemica si scatena, quando non c’è accettazione.
Le massime potrebbero essere tante.
Scusa se non posso scriverti tutto in un post (anche se non capisco la differenza, visto che sono tutti in fila a parte l’ultimo per cui la lettura è liscia come l’olio).
Direi che anche il mio tempo è prezioso e che tra un post e l’altro faccio il mio VERO lavoro (che è anche scrivere su più livelli).
Passo, chiudo e metto un punto (dove va messo, ovviamente).
🙂
Per inciso: mi sembrava ovvio che il tuo articolo l’avevo letto, altrimenti come avrei fatto a parlare degli accenti?
Tu, piuttosto, hai letto bene i miei commenti precedenti?(Ops mi è scappata una rima)
Io dico solo che il titolo deve rispecchiare il contenuto dell’articolo (regola base e banale per chi scrive).
In questo caso, non è così. Tant’è che tu stessa sei stata costretta a fare la premessa (altra rima).
Comunque non è un attacco personale.
Tutti sbagliano, purei professionisti.
Ops… scusa se ti ho diviso i commenti in due odiosissime parti. Nel frattempo ero al telefono.
Non è una guerra di consigli.
Sei tu che hai chiuso il post chiedendoti di darceli…
CALL TO ACTION OR NOT?
Questo ti dimostra che il posto l’ho letto tutto (?) e ti ho presai in parola.
Non era questo il fine?
Se eri esente dai consigli, dovevi avvertire…
In ogni caso, accettazione è la parola d’ordine per tutti.
Professionisti (?) non professionisti (?) e scrittori privati (?)
Ruoli ridicoli, perchè la scrittura è una e come lei non c’è nessuna.
Se poi quelli che pagano capissero veramente chi pagano e per quali testi… OH MY GOD… non sia mai!
Ciao e buon week-end anche a te.
SECONDA RIGA: volevo dire chiedendoci di darli (correggo, che poi non si sa mai).
Ho fretta, ma mi diverte questa onesta discussione (polemica è un termine che lascerei perdere in casi come questi).
Ri-ciao!
Io penso che fare uno qualunque degli errori che hai segnalato, Beatrice, significa non essere in grado di scrivere da professionisti. Passino le distrazioni, tutti sbagliamo, ma non conoscere la differenza tra perché e perchè o tra E’ ed È significa essere ignoranti e non essere idonei al lavoro da copywriter. Ma ormai sono fin troppe le persone che si spacciano per copywriter, termine che, ci tengo a ricordarlo, nasce in ambito pubblicitario (lo dico per tutti i nuovi web writer).
Mi dispiace notare la presenza nel testo di alcuni solecismi, che qualcuno potrebbe scambiare per banali refusi: in un testo scritto per offrire consigli e suggerimenti, rappresentano una pessima pubblicità .
A volte basterebbe fare solo un po’ di proofreading, senza l’ausilio di un calepino. Controlla prima di inviare! “Nascondersi dietro a un dito” è un errore imperdonabile, al cospetto del quale la posizione dell’accento sul verbo essere diventa questione ridicola.
L’uso bombastico delle interiezioni, una per ogni capoverso, trasforma il post in una pagina del diario di Hello Kitty.
Non avrei voluto inveire contro una collega, ma in questa maniera facciamo solo la figura dei cioccolatai.
Chissà come mai chi commenta per criticare è sempre un anonimo 🙂
Detto questo, caro collega, ti consiglio di evitare tecnicismi inutili e parole pesanti: internet non è il luogo ideale.
Mi dispiace che i miei “solecismi” ti abbiano rovinato il pranzo, forse più che Hello Kitty dovresti leggere qualche buon libro su internet e il suo buon uso!
Buon lavoro!
Beatrice
Hai scritto la parola “buon” due volte nello stesso periodo. Non essere impulsiva, prova invece a confrontarti serenamente, con i complimenti e le critiche. Una regola importante della cosiddetta netiquette, consiste proprio nell’evitare che lo spazio gestito in rete diventi un volgare campo di battaglia. Questo non significa che l’ospite abbia sempre ragione, ovviamente; sbagli tuttavia a mostrare questo indignato sussiego, soprattutto quando la critica è motivata. Dovresti provare a smontarla, non giudicarla inappropriata scusandoti col dire che “Internet funziona così”. Sì, riconosco di essere stato provocatorio, e per nulla simpatico; aggiungerei persino maleducato. Ma come fai a dirmi come si cucina la pasta se me l’hai appena servita scotta?
P.S. Non esistono parole pesanti e parole leggere: basta conoscerne il significato. A me piace potermi cambiare d’abito ogni volta che lo desidero, senza indossare gli stessi vestiti sdruciti ogni giorno.
Ciao Antonello,
io adoro il confronto costruttivo e faccio tesoro di tutti i consigli che mi vengono dati. Crescere e migliorarsi è possibile anche grazie a questo. Non ho mai detto o scritto di essere perfetta e di non commettere errori, ma c’è una cosa che ho scritto dalle prime battute di questo articolo: non voglio polemiche.
Io non sono impulsiva, accetto i consigli e le critiche costruttive. Ripeto, costruttive. Nel tuo commento non ho visto nulla di tutto ciò.
PS: Non è una scusa, internet funziona proprio così. I tecnicismi e i linguaggi forbiti non hanno senso in uno spazio dove la semplicità la fa da padrona.
Ancora buon lavoro!
Beatrice
Ma no, Beatrice, no! Chi scrive bene lo fa indipendentemente – e spesso malgrado – il mezzo utilizzato. Un errore di grammatica resta tale con qualsiasi strumento tu lo commetta. In questo credo che la mia critica sia costruttiva: le stesse tue raccomandazioni si ritrovano di frequente in qualsiasi guida all’italiano corretto, per esempio nei numerosi testi di Tullio De Mauro. Ciò che conta è il tuo target, per chi scrivi e che cosa vuoi comunicare. Semplice, difficile, astruso, forbito, aulico e via discorrendo sono concetti vuoti se non sei in grado di valutare la loro pertinenza. Qui trovi alcune piacevoli e utili regole, che valgono come indicazioni e suggerimenti generali:
http://www.mestierediscrivere.com/index.php/articolo/eco2
Niente è scritto nella roccia. Non bisogna mai intestardirsi con una determinata forma, per essere in grado di assumerle tutte all’occorrenza. Buon lavoro!
Certo, gli errori sono tali ovunque, io però sto parlando di un linguaggio che, in un blog e in un contesto come questo, non è adatto. Quando si scrive in un blog (o per un blog) la semplicità è la prima regola: la stessa Luisa Carrada (che stimo moltissimo e seguo da quando ho iniziato a studiare come web copywriter) lo scrive molte volte nel suo blog e nelle sue pubblicazioni. In questo senso ha validità ciò che dico: perché utilizzare un linguaggio che pochi conoscono quando sai di rivolgerti a migliaia di persone?
Questo non è il sito dell’Accademia della Crusca e non potrebbe essere tale: è un blog/magazine dove chiunque è libero di mettersi in gioco e trasmettere ciò che sa e che tenta di sapere. L’umiltà è il primo passo così come la voglia di metterci la faccia: io sono qui, imparo cose nuove ogni giorno, mi metto in discussione e studio per andare avanti. Proprio per questo non accetto che mi venga detto che leggere un mio articolo è come leggere il diario di Hello Kitty, non lo permetterei nemmeno se fossi io dalla parte del torto.
Le forme sì, vanno assunte al’occorrenza e questo è quello che faccio: lavoro per un sito di medicina? Scrivo adottando un linguaggio scientifico. Scrivo per un sito aziendale che tratta la vendita di automobili? Mi trasformo in una perfetta blogger sempre attenta alle ultime novità automobilistiche. Qui scrivo per me stessa e per tutti quelli che, esattamente come me, hanno voglia di imparare e andare avanti, persone a cui non interessa di sapere cosa significa solecismo e persone che quando leggono trovano la sostanza. Per loro continuerò sempre a scrivere, perché avrò sempre da imparare.
Grazie per il tuo contributo.
Beatrice
È un un articolo interessante perché ci fa riflettere su una cosa fondamentale del copywriting… non fare errori! Un messaggio per quanto bello ed efficace se contiene refusi perde di valore..
cara Beatrice, preciso: non sono nessuno! Oso scriverti ugualmente per esprimerti il mio apprezzamento per come sai effondere la verità . Sappi che ciò mi affascina e che d’ora in avanti ti seguirò con la speranza di imparare qualcosa.
Come si dice: non è mai troppo tardi! eros