Nella scrittura online c’è un passaggio basilare che permette di creare contenuti di qualità adatti al motore di ricerca: la SEO.
Ottimizzare un contenuto significa renderlo visibile nelle prime pagine dei motori di ricerca: basta la sola scrittura creativa ad avere questo effetto? Potrei risponderti con un “nì”. La scrittura creativa serve sicuramente a dare valore al contenuto, un articolo ben scritto, piacevole da leggere e utile avrà molte visualizzazioni e otterrà un buon effetto di condivisione virale. L’obiettivo, però, è ancora più alto: renderlo anche un contenuto perfettamente ottimizzato, così tanto da essere visibile nelle prime posizioni della serp.
È qui che entra in gioco il SEO copywriting.
Possiamo definirlo come il passo successivo alla scrittura creativa. Dopo aver utilizzato fantasia, creatività e originalità serve un passaggio più tecnico che aiuti il posizionamento del contenuto. In questo articolo voglio elencarti quelli che ritengo essere i 5 elementi imprescindibili per il SEO copywriting, grazie ai quali il lavoro di scrittura diventa anche un lavoro di visibilità.
#1 Il titolo
Il primo elemento visibile di un contenuto è il titolo. Oltre ad avere un grande effetto sulla psicologia del lettore (un titolo creativo e originale spinge a leggerne il contenuto) è anche importante per il suo “SEO-ruolo”.
Per ottimizzare un titolo parti dalle key di riferimento: inserisci sempre la parola chiave del tuo contenuto all’interno del titolo. La scelta migliore sarebbe l’inserimento della key a inizio titolo, nella parte sinistra. Il motore di ricerca è portato a considerare maggiormente questa porzione di testo, ma c’è una soluzione alternativa: puoi creare due titoli differenti, scegliendone uno creativo per chi ti legge e uno più tecnico per il motore di ricerca (utilizzando il tag title e rispettando i 72 caratteri max).
#2 La Meta Description
Molti la conoscono semplicemente come “descrizione”. Sto parlando del testo che compare sotto il titolo nei risultati del motore di ricerca (nella foto puoi vedere un esempio).
In questa porzione di testo devi riassumere il contenuto del tuo articolo: le parole scelte saranno le stesse che il motore di ricerca utilizzerà per presentare il tuo pezzo. Puoi inserire qualche key nella descrizione, limitandoti nel numero e rispettando i 156 caratteri voluti dal motore di ricerca.
#3 L’ottimizzazione del contenuto
Le prime regole fondamentali per i tuoi contenuti sono originalità e freschezza. I motori di ricerca amano avere contenuti sempre aggiornati e originali: niente copia e incolla, dunque, ma tanta fantasia e creatività.
Detto questo esistono dei passaggi che ti aiutano a ottimizzare ciò che hai scritto. Le parole chiave, anche in questo caso, hanno un ruolo fondamentale: inserisci le key che hai scelto utilizzando il bold. In questo modo aiuti il motore di ricerca a considerarle come parte fondamentale del testo e a utilizzarle nei risultati di ricerca correlati. Attenzione: non inserire parole chiave a caso, in quantità esagerata o non inerenti con il tema trattato. Questo è il modo più veloce per ottenere un effetto contrario alla visibilità e può portarti a una penalizzazione da parte del motore di ricerca.
La soluzione può trovarsi nella formattazione: dividi in paragrafi il tuo contenuto ed evidenzia al massimo una sola key per ogni paragrafo. Può aiutarti anche la scelta di una key composta: se il tema che hai trattato ha molti validi competitors in fatto di posizionamento, aiutati scegliendo parole chiave correlate al tema ma più specifiche. Un esempio: invece di puntare alla key “cellulite” punta a “come curare la cellulite” o “guarire la cellulite in fretta”.
#4 L’uso dei vari Header
Te ne avevo parlato anche in un altro articolo. L’header ti aiuta a formattare e suddividere il tuo articolo, creando diverse porzioni di testo che puoi utilizzare come valide key. I titoletti che vedi in questo contenuto sono Header 2 (da ora H2): questo significa che sono parte del contenuto e hanno il ruolo di titoli dei paragrafi. Ogni header ha un proprio livello e per ogni livello c’è un uso corretto:
- H1 identifica il titolo principale, quindi l’Headline
- H2 identifica il paragrafo principale
- H3 identifica il sottoparagrafo
- H4, H5 e H6 sono relativi ai successivi sottoparagrafi
Utilizzando questi elementi per scrivere il tuo testo presenti al motore di ricerca un contenuto ben stilizzato, in grado di aumentare il gradimento da parte dei lettori.
#5 I Link
Durante gli ultimi aggiornamenti in casa Google ci sono state molte discussioni interessanti sull’utilizzo dei link esterni e interni dentro un contenuto. Io ritengo che l’utilizzo dei link interni sia un valido aiuto per il lettore: indicargli un approfondimento rispetto al tema che stiamo trattando può avere un grande valore per la valutazione positiva del tuo contenuto.
In questo discorso, però, entrano in gioco molti fattori tecnici e il consiglio che mi sento di darti è questo: non riempire il tuo contenuto di link (interni o esterni) perché non aiuti il tuo posizionamento e nemmeno il tuo lettore, inserisci, semmai, link di approfondimento al tema trattato, limitandoti sempre a un massimo di 2-3 link e inserendo un bel “nofollow” ai link esterni poco fidati, per evitare problemi futuri.
Per concludere
È importante sottolineare di nuovo l’importanza di una buona scrittura: le regole che ti ho elencato devono arrivare solo dopo la creazione di un ottimo contenuto, altrimenti servirebbero a poco.
Se applichi questi elementi di base utilizzando “trucchetti” non farai bene al tuo contenuto e nemmeno ai tuoi lettori. Scrivere per il web non è un hobby, è un lavoro: pensaci prima di distruggerlo!
Qualche riserva sulla #5, ma sicuramente in questo modo ti pari il c… 🙂
Andrea menomale che ci sei tu…
Quando ho letto la #5 mi veniva da sorridere al pensiero di quello che dice Matt Cutts i questo video sul rel=nofollow
http://www.youtube.com/watch?v=bVOOB_Q0MZY
e infatti come fai a non volere il PR da te stesso? 🙂
Matt Cutts in questo video dice esattamente ciò che dico io 😉
Beatrice
“…if you are linking from one page on your site to another page on your site, don’t add no follow…”
al 16°.
“In theory you could add it for a really esoteric thing, like a shopping cart, where googlebot does’nt know how to use ITS credit card”
ITS = ( la sua del sito, quindi la carta di credito del tuo sito).
Più chiaro di così…interpretalo tu come vuoi.
ah aspetta aspetta adesso ho capito tu nel tuo articolo “forse cercavi” ( “forse dicevi”, “forse intendevi” 😉 ) di dire …
se devi linkare una risorsa esterna dalla pagina del tuo sito mettici il rel no follow..in quel caso allora MC dice esattamente quello che dici tu…
solo che lui è più chiaro 😉
Eh già 🙂
Chiedo scusa se si è capito che il nofollow andrebbe inserito indistintamente anche nei link interni, non volevo.
Parto sempre dal presupposto (sbagliando, evidentemente) che i fondamenti siano chiari a chi legge.
Errore mio, specifico meglio nel testo!
Beatrice
Ciao amico SEO 😀
Guarda, non a caso ho scritto che entrano in gioco diversi fattori tecnici: è un discorso che non può stare su un solo paragrafo, quindi di base preferisco dare un limite alle funzionalità dei link in entrata/uscita.
Poi dipende dal contenuto che si sta realizzando, dalla piattaforma che lo ospita, dal piano previsto dal cliente ecc ecc. Ma servirebbe un altro articolo in proposito 🙂
Dimmi le tue riserve, però, non lasciarmi a bocca asciutta!
Ciao amica COPY 🙂
La mia riserva è quella sui nofollow che odio. Per me “nofollow” non dovrebbe nemmeno esistere perché è una invenzione inutile di Google.
Per la serie…si stava meglio quando si stava peggio!
Capisco quello che intendi, ma pensa a un copy che deve scrivere decine di contenuti per decine di clienti diversi: pensi sia facile spiegare l’uso del “nofollow” o impedire a qualcuno di fare errori per backlink sbagliati (a causa di qualche soldino in più)?
Molti regalano link in cambio di guadagno, o almeno diversi clienti richiedono un inserimento del genere, ma io non voglio problemi simili nel mio lavoro e non voglio responsabilità che, in fondo, non ho 😉
Spero di essermi spiegata bene 😛
Ti sei spiegata bene.
Vorrei aggiungere di scrivere articoli con almeno 350 parole per un buon posizionamento!!
Ciaoo
Marco
Buonasera Beatrice, anche a me ha colpito l’indicazione di “nofollow” per i link. Capisco l’indicazione che lei fornisce a copywriter che scrivono per terzi, ma quando si lavora sul proprio blog e si danno link che si ritengono affidabili è una contraddizione mettere il “nofollow”, giusto? Ha senso la mia domanda (dummy..)?
Buonasera Ilaria 🙂
La domanda ha senso, assolutamente.
Il posizionamento di un contenuto è legato anche ai link do e no-follow che inseriamo in un testo. Il nofollow è solitamente consigliato, ad esempio, per i commenti presenti a fondo articolo (per ovvi motivi). All’interno del proprio contenuto ci sono molte variabili che devono essere considerate. Se si sta scrivendo nel proprio blog e si ha la certezza di un collegamento pulito e di qualità è ovvio che il dofollow è preferibile, ma quando si scrive per i clienti molto spesso si è “costretti” a fare riferimento a siti, diciamo così, “poco sicuri”: in questa precisa situazione io preferisco sempre usare il nofollow, a meno che non sia sicura al 100% della destinazione del mio link.
Il presupposto è la conoscenza diretta e sicura del sito a cui è destinato il link: non c’è motivo di inserire un nofollow se il link è diretto verso uno spazio sicuro, ma in molti casi i link inseriti nei contenuti altrui possono essere modificati o “rivenduti” e più di una volta senza accertarsi delle conseguenze. È in questi casi che il lavoro che io consegno ha il nofollow bello in vista 🙂
Grazie! Chiedo cortesemente un ulteriore chiarimento: poiché io scelgo che cosa linkare (e molto spesso è proprio quello che linko che mi ha dato l’idea o l’ispirazione, fosse pure per sollevare una controversia), il dofollow è appropriato. Il link è quello e non vi sono rischi. Lei mi sta dicendo invece che, quando non si è proprietari del sito per il quale si scrive, potrebbe accadere che in corso di pubblicazione e/o nel tempo un link al sito o al post X (buono e verificato) potrebbe essere modificato nel link al post o sito Y (non verificato). Ho capito bene?
Quando si scrive un contenuto per il cliente e lo si inserisce nella piattaforma il contenuto diventa di proprietà del cliente.
Mi è capitato di avere noie per link che (pur essendo stati richiesti dal cliente stesso) avevano generato problemi alla pagina del contenuto. I problemi erano dati da una serie di fattori, compreso il link dofollow che era stato inserito a scopi di marketing e che aveva puntato su un sito pesantemente penalizzato nei mesi successivi. Come risolvere la questione? Con il nofollow.
Spesso esistono degli accordi puramente commerciali tra blog (aziendali e non) che “si passano” backlink reciprocamente. Come responsabile del contenuto io non mi azzardo a lasciare il link dofollow, a meno che questo non sia espressamente richiesto dal mio cliente. Nei blog che non sono di mia proprietà io lascio il nofollow, solo se il cliente lo richiede modifico la mia scelta.
Spero di essere stata chiara 🙂
Si tratta (voglio ribadirlo) di un modo di lavorare, questo è il mio, ma non è detto che chi fa il contrario sbagli a prescindere.
Chiara, chiara :). Il tuo consiglio mi aveva “allarmato”, in realtà è evidente la differenza di motivazioni e di obiettivi tra chi scrive per sé e chi scrive per altri, per cui ottimo indicare le alternative che permettono di essere flessibili. Grazie anche per la tua cortesia e buon proseguimento 🙂 .
Grazie a te per la domanda e l’interessante discussione 🙂
Beatrice
Ciao Beatrice, il punto 1 e 2 non contengono limiti teorici? Si parla di 72 caratteri, ma non ho sottomano info che riferiscono ad una penalizzazione se si superasse questo numero.
Per la descrizione nella serp, non si era discusso sull’alone di mistero? Si diceva che Google estrapoli informazioni dal contenuto della pagina, quasi non badando al contenuto del metatag description.
Esiste ancora un fattore di “eccessiva ottimizzazione” della pagina?
Ciao Andrea, ti rispondo per punti:
1) I limiti non sono teorici, puoi superare i caratteri, ma il risultato sarebbe una descrizione (o un titolo) “senza fine”. Il motore di ricerca taglia visivamente i caratteri in eccesso, quindi un utente vederebbe le parole letteralmente tagliate. Qui non esiste una penalizzazione, infatti ho solo scritto che sarebbe preferibile rispettare tali caratteri 😉
2) La description è molto importante, è la seconda cosa che un utente legge dopo il titolo ma è anche il testo che Google utilizza per descrivere il tuo pezzo. Il motore di ricerca estrapola informazioni dal contenuto della pagina se non esiste una descrizione fornita e anche nel caso in cui, pur esistendo, per google questa non sia coerente con ciò che il pezzo tratta. In definitiva, utilizza le key giuste, scrivi una description che sia tale e la vedrai utilizzata nei risultati di ricerca (in relazione alle key scelte). Ti rimando anche qui per un approfondimento –> http://www.giorgiotave.it/forum/title-description-e-struttura/104771-quanto-influiscono-title-e-description-nel-ctr-delle-serp.html
3) Esiste l’eccessiva ottimizzazione ed entra in gioco quando la SEO è troppo spinta o è fatta con trucchetti molto mal visti da Google. Certo, una penalizzazione non entra in gioco se usi 2 key in più, ma una serie di fattori (messi insieme) può far suonare il campanello di allarme.
Spero di aver risposto a tutto 🙂
Bea
Aggiungo chiedendo ad Andrea Pernici di correggermi nel caso in cui io abbia scritto inesattezze 🙂
Allora Beatrice tenterò di farti una domanda specifica…spero di non perdermi…
RICETTA PERSONALE PER IL COPY:
Diciamo che io inserisco nella pagina 5 kwd ok?
1. La key + importante: la prima nel title
La più importante la ripeto 3-4 volte e resto sempre sotto il 5% di Key density …ci metto pure il tag un paio di volte sulla Key + importante
POI ripeto la key+imp nella meta Description (qui tento di inserire anche le altre kwds,ripeto tento) e ovviamente nelle meta Keywords
Le key + importante la metto anche nella url www. ciao/ KEY+IMPORTANTE. it .
E via, lo snippet è fatto 😉
2. Le altre 4 kwds
Le metto nel testo ( altre key per caprici) UNA SOLA volta.
3. Eventuali link di approfondimento
!Attenzione! IO di solito negli approf. ci metto una cosa specifica…questo vuol dire che se parlo di scarpe, il link specifico non comparirà con l’ “scarpe rosse” ma: “lacci delle scarpe” …QUI SBAGLIO? L’ANCHOR deve essere STRETTAMENTE correlato con la parola chiave del title? 😉
4. H1 h2 h3…bla bla
Ecco qui metto di solito nell’ordine:
H1: LA STESSA PAROLA DEL TITLE
h2,3,4 bla bla… le altre 4 parole chiave
Il mio dubbio qui è questo: devo ripetere anche le kwd nel testo … o va bene anche se le kwd stanno negli headings e non nel testo?
DETTO QUESTO E A-PARTE-I-DUBBI …
Se faccio come faccio corro il rischio di SOVRAOTTIMIZZARE?
Considera che in merito al numero di parole che scrivo tento sempre di metterne un minimo di 200/220 ma su sta storia del NUMERO di parole sinceramente la applico solo se ho adottato una RICETTA del genere altrimenti il keyword stuff. cheeee “metto” è molto più basso
Se sei arrivata viva sin qui …ti saluto 😉
P.s perdonami… per errore è venuto tutto boldato perché alla frase:
“……ci metto pure il tag un paio di volte sulla Key + importante”
in realtà dopo la parola “tag” ci avevo scritto strong e probabilmente l’ha preso come uno strong aperto su tutto il post…spero di non boldare anche questo commento 😉
… niente…
non sapevo che questo form si prende anche l’ html…
anche la frase: “…questo vuol dire che se parlo di scarpe, il link specifico non comparirà con l’ ANCHOR TEXT “scarpe rosse” ma: “lacci delle scarpe” …
vicino alla l (elle) con apostrofo ci va la parola ANCHOR TEXT
Ciao Lorenzo,
provo a rispondere alle tue domande, sperando di averle capite bene 😀
Prima ancora di tutte queste regole applica quella fondamentale: scrivi per chi ti legge. Non servirà a nulla farcire un articolo di regole SEO se non parti di base con un contenuto di qualità, questo significa che devi crearlo interessante, senza forzature, chiaro e scorrevole.
Detto questo, le regole che ho descritto vanno utilizzate con attenzione e con professionalità. Non a caso esistiamo noi copy 😉
Le key che tu utilizzi, ovviamente, devono avere un senso. La loro quantità deve essere limitata, così come la loro varietà. Puoi utilizzare dei sinonimi, per esempio, oppure alternare 2-3 key diverse nei paragrafi. Per intenderci non puoi scegliere due key e usare sempre e solo quelle, ripetendole senza senso e senza alcun limite. La keyword density, per quanto mi riguarda, non è un numero preciso e perfetto: parli di 5% ma non è detto che debba essere questo il numero giusto. Potrebbe essere 3% o 7%, la verità è che non esiste la quantità perfetta, ma un equilibrio dato da qualità e ottimizzazione non forzata.
H1, H2, H3 e via dicendo non vederli come mera ottimizzazione: guardali come strumento per dare qualità al tuo testo. La divisione in paragrafi e la definizione di titoli e titoletti devono aiutarti a dare un senso stilistico al testo: se inserisci H1 e H2 senza senso e con le sole key non risolvi nulla.
Idem per il numero di key: tu chiedi se è giusto inserirla una nel titolo, poi quattro nel testo ecc… Vuoi sapere cosa penso? Smetti di riflettere sui numeri e concentrati sulla qualità del testo. Le regole che ho elencato devono servire come linee guida, ma poi ognuna ha un valore diverso in base al contenuto che viene scritto. Sono regole generali che si trasformano in base a ogni singolo lavoro: ecco perché dico sempre che scrivere per internet non è un semplice hobby.
La sovraottimizzazione la vedi subito in un articolo. Scrivilo e leggilo: ti risulta contorno o illeggibile? Allora significa che hai sbagliato qualcosa. Un articolo, alla fine di tutto, deve sempre, sempre e sempre mantenere la sua leggibilità e la sua totale qualità.
Leggi questa guida di Google: è perfetta per approfondire –> http://static.googleusercontent.com/external_content/untrusted_dlcp/www.google.com/it//intl/it/webmasters/docs/search-engine-optimization-starter-guide-it.pdf
va bene prima ho giocato…ora andiamo sul pratico
che ne dici di questa?
Considera che questa pagina sull’idroponica e l’aeroponica riguarda uno strumento decisivo della coltivazione indoor ( che ho detto ? lascia stare)
ma dal punto di vista seo che ne pensi?
http://www.idroponica.it/trattamento-aria-c-29/estrattori-aria-s-79/blauberg-biturbo-10cm-cavo-185m3h-9185.html
è SOVRAOTTIMIZZATA per la chiave estrattore d’aria? O ci aggiungeresti un aspiratore d’aria qua e un estrattore aria di là
questo link che mi hai postato è FENOMENALE! … sapresti dirmi la DATA DI PUBBLICAZIONE?
grazie per tutte le risposte! 😉
Ah, sì, la guida a “Il sito delle figurine dei calciatori di Marco”. L’ho letta lo scorso week end e quello precendente anche. E la leggerò anche il prossimo, è chiarissima e utilissima (anche perché è scritta dal Padrone del Mondo di Internet) e prima o poi ne verrò a capo 🙂 :).
Senza ironia – anche se sembrerebbe – le regole per il SEO sembrano le regole della vita ideale per i guru dei vari orientamenti, compresi i coach americani: non devi essere attaccato alle cose, ma prenderti la responsabilità della tua vita. I soldi non fanno la felicità, è bene che ti occupi di avere una vita prospera. Non devi essere dipendente dagli altri e trovi la tua serenità solo nell’unione con gli esseri umani…
La vita sembrerebbe complicata, non lo è affatto :).
Ohmmmm….
Post e commenti molto utili, by the way 🙂
mmm mmmmm MMMMM! ridimensiono quel FENOMENALE
in:
BUON link grazie! certo è di maggio 2011 …. in mezzo ci sono due update di G.( uno e mezzo) …direi che lo prendo per BUONO 😉
Ottomo articolo!! Io da tempo seguo paripasso queste indicazioni..altra cosa importante la lunghezza del testo: non meno di 350 caratteri..ciaooo
Anche se un pò attempato ho trovato l’articolo utile, ma ancor più utili sono stati gli spunti offerti dai commenti. Grazie a tutti.
Ottimi spunti! Al 2015, per la realizzazione di un sito web queste tecniche sono ancora considerate un buon supporto per chi vuole far salire il sito? Oppure c’è bisogno dell’assistenza anche di servizi a pagamento?
saluti m.