Mentre scrivo sento in sottofondo il rumore della pioggia che batte sul mio terrazzo. Una melodia per le mie orecchie. Sì, io adoro lavorare mentre fuori piove, è una condizione con la quale credo di essere nata.
Da piccola adoravo passare i pomeriggi di pioggia sotto le coperte, con un buon libro e una scatola di biscotti al cioccolato: mi sentivo straordinariamente bene e spesso mi manca avere quella sensazione che solo da bambini si può avere. Quale? Quella della tranquillità.
Una tranquillità economica? Anche. Ma forse più una tranquillità di pensiero. Ecco, sarebbe meglio chiamarla spensieratezza. Con gli anni se n’è andata. Un problema qui, un problema là, la laurea, il lavoro, i soldi, le bollette, la spesa, l’ufficio… mi fermo qui. Il problema è che quando si cresce ci si inizia a chiedere cosa si vuole dalla vita. Quindi io mi sono risposta: voglio scrivere. Dove? Ovunque. Scrivere su internet, su un foglio, su un depliant, su una pubblicità. Voglio scrivere creativamente, creare, inventare, dare alle parole una forma tale che saranno ricordate per tutta la vita. L’ho fatto, anzi, ho iniziato a farlo. Come è andata? Lascia che ti dia qualche consiglio: ho una vita piena di sfide.
Sfida numero 1: spiegare agli altri cosa faccio
Farsi capire non dovrebbe essere un problema, sono una copy, chi meglio di me riesce a utilizzare le parole? Peccato, però, che sia molto più semplice spiegare a un cliente come interpretare una headline confusa che far capire agli altri che lavoro faccio.
Qui gioco di fantasia e ho una risposta per ogni occasione: alla zia cinquantenne dico che scrivo per i giornali online, così penserà che faccio la giornalista ed eviterà altre domande. Alla nonna con la dentiera dico che scrivo, in generale. Sarà un argomento così vasto che rinuncerà a chiedere altro. A mio padre, che ha appena imparato ad accendere un pc, dico che scrivo per internet, così capisce da subito che l’argomento è ostico e il discorso muore lì.
È vero, sono una persona che non ama sottoporre la sua vita alle infinite domande della gente, quindi accetta il mio consiglio: la maggior parte delle persone penserà che passi le ore dietro a un pc, senza combinare nulla. Dimostra il contrario, inventati mestieri scribacchini per ogni occasione, diventerai un maestro della scrittura in meno di cinque minuti (solo sulla carta, per il momento).
Sfida numero 2: pagare le bollette
Pagarsi le bollette con la scrittura è fattibile, te lo assicuro. Non dire subito di no, leggimi: se ci riesco io, puoi farlo anche tu.
Sono passati anni dalla prima volta che ho aperto il mio primo blog e il mio primo libro di scrittura professionale. Prima scrivevo solo per me, per fermare pensieri e ricordi e per esprimere a parole ciò che avevo dentro. Poi ho iniziato a capire che avrei voluto farlo anche per i pensieri e i sentimenti degli altri, anche se si trattava di affari. Ho avuto la costanza di buttare la testa sui libri e studiare, studiare, studiare fino ad addormentarmi sfinita sulla scrivania.
Lo faccio ancora. Studio e mi esercito, studio e mi esercito. Lavoro costantemente per migliorarmi e per pagare le bollette. I momenti di pausa forzata, come quelli dovuti alla poca salute, mi fanno capire quanto mi stia perdendo di bello da questo lavoro: non i soldi, ma il pensiero. Quando scrivo, io vivo in un altro mondo ed è con questo mondo che riesco a pagare le spese. Utile e dilettevole, esatto.
Fallo anche tu, puoi riuscirci, ma solo a una condizione: o ami scrivere o puoi mettere la parola fine a questo lavoro mai iniziato.
Sfida numero 3: attivare il neurone creativo
Quando si scrive si è automaticamente creativi? No, almeno, non per me. Scrivere non significa essere creativi, altrimenti lo saremmo più o meno tutti. Essere creativi significa avere l’intuizione giusta guardando un foglio bianco, significa vedere un universo straordinario formarsi con l’inchiostro di una penna.
Io sono creativa? Sì, lo sono. Quando lavoro mi concentro per creare qualcosa di utile e di bello per i miei clienti. Ecco il segreto: la concentrazione. A me serve, altrimenti rischio di cadere in errori grossolani. Quando devo scrivere un’headline (ovviamente dopo aver raccolto informazioni su un brief) chiudo gli occhi e mi concentro. Davanti ai miei occhi passano mille immagini e mille parole, ma riconosco subito quella giusta. La blocco, la metto a fuoco e la fermo con l’inchiostro. Da quella parola creo un mondo con diverse varianti e tra queste c’è sicuramente l’idea giusta.
Fallire? È possibile, ma l’alternativa esiste sempre. Il mio consiglio è questo: concentrati, rifletti e spara. Se è il lavoro che ami non sprecherai nemmeno un secondo.
Sfida numero 4: e gli orari di lavoro?
Di notte scrivo spesso al computer, mi rilassa. E gli orari di lavoro?
Sono le 20 e 30 e il mio compagno mi sta aspettando per cena. Io, però, ho ancora un ultimo paragrafo da scrivere. E gli orari di lavoro?
È vero, servirebbero orari di lavoro ben definiti, lo dico da anni. La verità è che non sempre riesco a mantenerli, la vita di ufficio (9-13, 15-19) un po’ mi annoia, a me piace creare nel momento in cui sento che si sta svegliando il neurone della creatività. Diciamola tutta: quando l’idea arriva, arriva. Non la fermi.
Allora eccomi alle nove di sera, con il mio Mac acceso, intenta a scrivere quel claim geniale che mi è venuto in mente in due secondi. La vita privata ne risente? No, se sai come darle importanza. Se non sono a tavola alle otto e mezza poco importa, arrivo alle nove ma rendo la cena la migliore mai vista prima.
Ci vuole equilibrio nelle cose, ma la mente lavora da sola e non puoi darle orari. Fidati di me: cerca di organizzarti, ma non porre mai limiti di orario alla tua creatività. Se ci riesci hai sbagliato mestiere.
Sfida numero 5: ho un pigiama attraente
Lavorare come freelance può essere un piacere, ma anche una tentazione.
Hai mai lavorato in pigiama? In ciabatte? Con i bigodini in testa?
Io sì. Poco tempo fa ero su skype per una telefonata di lavoro, con tanto di accappatoio e asciugamano in testa. E se chiedono una call video? No, non scherziamo, dove vado conciata così?
La verità è una sola: quando lavori, lavori. Spesso è comodo farlo in pigiama o con i bigodini, ma c’è sempre la video chiamata del cliente che ti prende all’improvviso o un’urgenza di altro tipo che ti costringe a uscire. Quindi, anche se il tuo pigiama è attraente, toglilo. Ti sentirai anche più professionale, te lo assicuro.
Per combattere la tentazione ho deciso di lavorare a giorni alterni in casa e in ufficio, così ho sempre l’incognita di chi verrà a bussare alla mia porta.
Finisce qui?
In realtà no, le sfide quotidiane di un coywriter freelance sono molte altre, ma scrivere non può essere annoiare, quindi ti lascio qui con un piccolo pensiero per te: prima di amare un lavoro, ama l’idea che hai di quel lavoro. Solo così potrai vederla realizzata, freelance o meno che tu sia.
“di cosa ti occupi?” la domanda che in assoluto mi mette più ansia al momento. Però è bello vedere le facce di chi annuisce ma in realtà non ha capito proprio nulla, di quello che fai 😀 eccetto quando si tratta dei tuoi genitori 😐